Tag: scienza

  • La stupidità degli alberi

    La Stupidità degli Alberi

    Immaginate di poter parlare con gli alberi e gli arbusti. Che meraviglia sarebbe scoprire i loro pensieri, le loro storie. Ma immaginate anche di scoprire che queste piante sono, a loro modo, stupide. Sarebbe deludente, vero?

    Gli alberi sono organismi incredibilmente sofisticati. Risolvono problemi complessi: si adattano all’ambiente, resistono alle malattie, collaborano con altre specie. Tuttavia, la loro “intelligenza” è una funzione biologica, non è un pensiero razionale come lo intendiamo noi (per quanto ne sappiamo).

    Spesso, nel desiderio di trovare risposte alle grandi domande della vita, guardiamo alla natura come a un oracolo. Desideriamo che gli alberi o gli animali ci rivelino il senso della vita. Ma questo è un errore. Gli alberi e le piante seguono i principi della fotosintesi e della sopravvivenza, non contemplano misteri esistenziali (per quanto ne sappiamo).

    Questo desiderio di antropomorfizzare la natura può portarci fuori strada. Per esempio, se un ulivo ci svelasse “il senso della vita”, dovremmo credergli?

    La nostra mente, un prodotto dell’evoluzione, è capace di osservare, comprendere e filosofare ben oltre le capacità di qualsiasi pianta.

    E qui entra in gioco la ricerca scientifica. Essa ci insegna a osservare la natura per quello che è, non per quello che speriamo ci dica. La scienza ci permette di comprendere come le piante interagiscono tra loro e con l’ambiente, senza attribuire loro intenzioni o desideri umani.

    In conclusione, mentre esploriamo e ci meravigliamo della complessità della natura, ricordiamoci di mantenere una chiara distinzione tra le nostre capacità umane di ragionamento e di ricerca di senso e la vita biologica della natura. La vera saggezza sta nel riconoscere e rispettare queste differenze, imparando dalla natura senza imporre su di essa le nostre narrazioni.

  • Il mosaico delle incertezze: adattarsi alle sfide del nuovo clima mediterraneo

    Il mosaico delle incertezze: adattarsi alle sfide del nuovo clima mediterraneo

    https://youtu.be/eEHla5EfYD4

     

    Il clima non si sta solo riscaldando, ma diventa sempre più imprevedibile.

    Nel mio lavoro di consulente e progettista di giardini, osservo quotidianamente come l’estremizzazione del clima influenzi gli spazi verdi e la nostra vita.

    In passato, l’estate mediterranea era caratterizzata da periodi di aridità, ma ora vediamo un’alternanza di umidità estrema e secchezza.

    In modo simile gli inverni, che erano miti e umidi, ora sono imprevidibilmente più secchi, interferendo con il rifornimento delle nostre riserve idriche e con i cicli vitali della vegetazione.

    Questi cambiamenti portano nuove difficoltà per gli ecosistemi, nuovi patogeni e sfide per le coltivazioni. Non possiamo più basarci solo su pratiche conosciute e “buon senso” che deriva dalla pura esperienza, ma è cruciale osservare, ascoltare, e aggiornare continuamente le nostre tecniche per rispondere a queste nuove realtà.

    Confrontarci con la nostra comunità, con la comunità professionale, con la comunità tecnica e scientifica, e con le comunità che in tutto il mondo cercano modi per adattarsi. Non possiamo spostare la nostra attenzione su un “clima target” che raggiungeremo in futuro: il clima del Belgio non diventerà una copia del clima del centro Italia, così come il clima di Roma non diventerà una copia del clima di Tunisi, ma vedremo probabilmente un estremizzarsi di più caratteristiche.